Osteoporosi vertebrale: vertebroplastica e cifoplastica

 

Definizione

L’osteoporosi è la conseguenza di una alterazione dei normali processi di rimodellamento osseo, per cui si verifica una anomala elevata perdita ossea; può essere primaria o secondaria come avviene dopo prolungata terapia con cortisonici o dopo prolungato periodo di immobilizzazione. E’ prevalente dopo la menopausa e nell’età avanzata.

    

Sintomatologia

Normalmente vi è un periodo sub-clinico in cui non si manifestano disturbi. La sintomatologia inizia nel momento in cui si verifica la frattura di una o più vertebre e si manifesta con un forte dolore localizzato ad insorgenza improvvisa. La frattura è spesso spontanea, in assenza di un traumatismo evidente. Il tratto più frequentemente interessato è quello della giunzione toraco-lombare seguito dal tratto toracico medio e da quello lombare. I deficit neurologici sono generalmente rari, possono insorgere anche tardivamente come conseguenza del restringimento del canale vertebrale dovuto alla deformazione della vertebra fratturata.

  

Diagnosi

In una buona percentuale di casi la sintomatologia dolorosa regredisce spontaneamente dopo qualche settimana. Quando i dolori rimangono invariati dopo più di un mese o quando si verifica un progressivo aumento della deformazione a cuneo della vertebra, è allora opportuno considerare il trattamento chirurgico che consiste nell’esecuzione della vertebroplastica o cifoplastica percutanea.

  

Frattura osteoporotica di L1 - clicca per ingrandire Vertebroplastica - clicca per ingrandire
Frattura osteoporotica di L1 Vertebroplastica

  

Vertebroplastica e cifoplastica percutanea

 

La procedura può essere eseguita sia in anestesia generale che locale a seconda delle condizioni generali del paziente. Attraverso un continuo controllo radioscopico in due proiezioni, si inserisce per via percutanea (senza eseguire tagli cutanei) un grosso ago cannulato (trocar) che viene fatto arrivare fino all’interno del corpo vertebrale; a questo punto si inserisce il cemento che va a riempire le lacune osteoporotiche del corpo vertebrale stesso e si rimuove quindi l’ago. La procedura è controindicata quando vi è una rottura del muro posteriore della vertebra per il rischio di stravaso del cemento all’interno del canale vertebrale; tuttavia attualmente vi sono a disposizione tipologie di cemento di particolare viscosità che diminuiscono notevolmente il rischio di stravaso, pertanto, in casi selezionati di volta in volta, la procedura può essere eseguita anche in caso di rottura del muro posteriore.

    

La cifoplastica viene eseguita con tecnica analoga alla vertebroplastica; all’interno dell’ago, di dimensioni maggiori rispetto a quello utilizzato per la vertebroplastica, viene inserito un catetere a palloncino che viene gonfiato all’interno del corpo vertebrale in modo da ripristinarne l’altezza normale e viene poi successivamente iniettato il cemento in modo da consolidare la frattura. Questa tecnica è indicata nelle fratture vertebrali recenti (entro 90 giorni).

   

Con entrambe le procedure il paziente può essere dimesso la mattina dopo l’intervento e riprendere subito le sue normali attività.